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L’insediamento di Campo, situato nel mezzo della Valle Stura, fu dalla sua fondazione centro commerciale e luogo di passaggio per mercanti e viaggiatori provenienti dalla Riviera e dal Monferrato. Per la sua particolare posizione geografica la Valle Stura fu percorsa da numerose orde di invasori, dai Visigoti ai Longobardi ai Franchi, ciò impose agli abitanti del borgo la costruzione sia di posti di avvistamento sia di edifici fortificati. Come sistema passivo, venne edificata, in un primo tempo, un’alta torre su una collina ad est dell’abitato, che misura 5,85 metri di diametro, 28 metri di altezza, 1,70 metri di spessore del muro alla base. Non esistono documenti attestanti l’anno esatto di costruzione, il 936 tuttavia potrebbe essere datazione attendibile date la forma e la struttura della torre del castello che rispondono in pieno alle esigenze belliche del X secolo, periodo generalmente caratterizzato dalla difficoltà di condurre attacchi contro postazioni particolarmente fortificate, a causa della mancanza di macchine d’assedio.

Si può pensare che il fortilizio di Campo, in prima istanza, fosse stato pensato come quartier generale per piccole milizie locali.

Il maschio centrale occupa lo spazio dove venne edificato il primo edificio a difesa del territorio: ha ingresso soprelevato, raggiungibile attraverso un passaggio mobile posto all’altezza del cammino di ronda della cinta esagonale o tramite scala detraibile in modo da rimanere completamente isolato. L’apertura attuale presenta un arco ribassato non medievale, ma in uso almeno dal XVI secolo. Non trascurabile la presenza sottostante di una cisterna, interrata per gran parte del suo volume, profonda 7,50 metri, in origine completamente isolata dall’esterno.

In seguito all’evoluzione delle tecniche militari, il torrione fu circondato, probabilmente attorno al XII secolo, da mura che formavano un esagono irregolare di 10 metri circa. Successivamente, onde adeguarsi alle nuove arti belliche e alle nuove macchine d’assedio, il fortilizio venne circoscritto da un’imponente cinta merlata di forma pentagonale: la lunghezza dei lati è di metri 60, 35, 35, 25, 50, con torrioni ai tre vertici di diametro di sei metri e passaggi di ronda. La cinta esterna si estende maggiormente verso sud perché in questa direzione si sviluppa naturalmente il colle, ma anche perché questa rimaneva sempre la direzione di maggior labilità di fronte ad un attacco nemico. Probabilmente questa nuova e più grande cinta muraria è stata edificata tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo.

Deterioratisi i rapporti tra Campo e Genova, divenne una necessità primaria rinforzare le strutture difensive del castello: la cinta esterna lasciava fuori da tre lati una parete rocciosa inaccessibile; a sud un piano facilmente controllabile terminava con un terrapieno inclinato capace di assorbire le eventuali palle di granito dei cannoni quattro-cinquecenteschi; il torrione centrale e quelli ai lati, più il restante corpo esagonale, erano coperti da un tetto in tegole di mattoni. Il castello di Campo ebbe una sua utilità fino all’inizio del secolo XVII, dopodiché la lontananza dell’impero e la presenza di Genova in Feudo quale condomina rese del tutto marginale la fruizione del castello. Dei tre torrioni, quello verso il torrente Langassino crollò per il cedimento delle fondazioni, erose dall’impeto della corrente sottostante; l’altro a levante venne riadattato nel secolo XV per parare la nuova minaccia delle armi da fuoco; il terzo resistette meglio degli altri: venne reso abitabile. Il castello venne collegato al Palazzo Spinola in Paese attraverso due cavalcavia, uno che andava dal Palazzo marchionale alla casa detta tutt’oggi “la Galleria”; un secondo che dalla Galleria andava al castello.

A partire da metà secolo XVIII il castello venne abbandonato dai feudatari Spinola.

L’organismo architettonico venne sottoposto ad azione di recupero che, sotto la direzione dell’architetto Bruno Repetto, riuscì a riconferire al castello un aspetto finale dell’organismo che consente oggi una chiara lettura delle trasformazioni succedutesi nel tempo e dalle quali ha preso corpo un episodio di architettura militare di rilevante valore storico e monumentale. I lavori iniziati nel 1992 hanno riconferito agli spazi recuperati una fruibilità che, pur nella sua valenza contemporanea (spazi espositivi, spazi per riunioni, spazi di documentazione, spazi per concerti e rappresentazioni) risulta compatibile con le caratteristiche dimensionali, distributive e soprattutto in assonanza con le stesse peculiarità monumentali. Attorno al castello è stato ricostruito il parco, con l’intento di conseguire la massima fruibilità.