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Nessun documento esiste a nostra conoscenza che ci possa dare qualche certezza sull’origine di Campo Ligure, se non il toponimo stesso che ci porta direttamente ad un insediamento militare romano per quanto in un momento ignoto di quella lontana storia. Le prime fonti di un insediamento umano nel territorio dell’abitato di Campo Ligure giungerebbero dai ritrovamenti archeologici avvenuti durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria Genova-Acqui-Asti.

Il toponimo “Campo”, comunque, deriva chiaramente di per sé dall’accampamento fortificato che le legioni romane avrebbero posto nel III secolo dopo Cristo, ulteriormente fortificato dai Bizantini nel VI secolo per far fronte ai Longobardi: ciò sarebbe confermato non solo dalla posizione strategica del luogo, protetto su tre lati dagli alvei dei torrenti Ponzema, Stura e Langassino e chiuso alle spalle dalla rocca su cui furono eretti prima la torre di guardia bizantina e, successivamente, in epoca medievale il castello; ma anche dal sostanzialmente immutato impianto viario dell’abitato urbano che aderisce pienamente allo schema del “campus” romano, posto su una frequentata via di comunicazione.

Non si hanno notizie circa il diffondersi del Cristianesimo nella Valle Stura, ma il primo edificio di culto cristiano in Campo dovrebbe essere stata la Chiesa di San Michele, risalente probabilmente alla presenza in Valle dei Longobardi, il popolo guerriero che diffuse il culto dell’Arcangelo armato.

Il primo atto che attesta l’esistenza del feudo e castello di Campo è l’investitura ai marchesi del Bosco da parte del Comune di Genova. Ai Bosco seguirono tra i secoli XII e XIII varie altre famiglie comitali. Nel 1293 Lanfranco Spinola entrò in possesso di Campo, da allora il Feudo Imperiale, costantemente per secoli infeudato alla famiglia Spinola, fu un piccolo territorio del Sacro Romano Impero attorniato dal dominio della Repubblica di Genova.

La popolazione campese, politicamente e giuridicamente indipendente da Genova, difese sempre con accanimento la propria autonomia, malgrado la casata Spinola cercasse in tutti i modi di scardinare le istituzioni cittadine, appropriandosi prima del tessuto economico e, forti di tale potere, tentando la giurisdizione politico-amministrativa.

Durante il secolo XVI si inasprì il conflitto con il vicino feudo genovese di Masone per la questione dei confini tra feudi, con numerosi e sanguinosi scontri alternati a trattative, tra cui spicca la pace, peraltro di breve durata, attribuita alla miracolosa apparizione della Madonna presso il Monte Bonicca, avvenuta l’11 settembre 1595.

La storia del borgo prosegue nel XVI e XVII secolo con il conflitto tra i feudatari Spinola, che cercavano di sfruttare a proprio vantaggio le risorse locali, e la Comunità, che temeva di perdere gli antichi privilegi acquisiti.

Il conflitto culminò con l’invio, nel luglio del 1600, da parte dell’oligarchia genovese sollecitata dai feudatari, di truppe mercenarie per riconquistare il Paese che si era nel frattempo ribellato. Il borgo venne incendiato e saccheggiato. Dopo una strenua ma vana resistenza, i Campesi che difendevano il castello si arresero e subirono il bando.

Durante tutto il secolo si susseguirono presso l’Aulico Consiglio Imperiale di Vienna le lamentele della Comunità campese nei confronti degli Spinola, che continuarono a mostrarsi prepotenti. Un rescritto imperiale di Carlo VI nel 1721 ribadì le antiche prerogative ed i privilegi locali diffidando i feudatari dal continuare a non rispettarli. Il contenzioso tra Vienna, gli Spinola e la Repubblica di Genova pur trascinandosi sino alla fine del secolo con alterne vicende, attesta una grande vitalità della Comunità campese, che manteneva nella capitale austriaca propri rappresentanti.

Durante la guerra di successione austriaca (1746-1748), Campo dimostrò la propria fedeltà alla sovrana Maria Teresa d’Austria, subendo gravi danni e disagi derivati dal passaggio di truppe e dagli spostamenti di fronte.

Il settecento fu tuttavia un secolo prospero per l’economia campese. La pace favorì la ripresa economica: ferriere e fucine producevano il ferro destinato all’edilizia ed ai cantieri navali, che esportavano ovunque. Gli oratori di San Sebastiano e di Nostra Signora Assunta vennero riedificati in splendido stile tardo barocco e venne iniziata la ricostruzione della chiesa parrocchiale.

Con la caduta della Repubblica di Genova e l’arrivo dell’armata francese rivoluzionaria nel 1797, Campo fu annesso alla Repubblica ligure e più tardi, con essa, all’Impero francese di Napoleone I. Nel 1814 i campesi fecero istanza affinchè il feudo fosse ancora attribuito all’Austria, come il Regno Lombardo-Veneto, ma ragioni politiche comportarono il passaggio di tutti i feudi imperiali liguri, con le terre dell’antica Repubblica di Genova, al Regno Sabaudo.

Da allora inizia la storia del Comune di Campo Freddo (come veniva chiamato il Paese dalla fine del secolo XVII, forse per adattamento di Campo feudo o Campo frei ovvero libero, poi Campo Ligure, dal 1884), a lungo capoluogo di Mandamento, inserito nella Provincia di Genova del Regno di Sardegna prima, poi nel Regno d’Italia (1861) e della Repubblica Italiana (1946).